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Stupore
ha destato in città l’assenza tra i sostenitori del candidato sindaco
Biagio Palumbo del Partito dei Comunisti Italiani. Eppure i suoi esponenti
politici locali avevano partecipato a tutte le riunioni preliminari per la
stesura del documento programmatico e per la scelta del candidato sindaco.
Poi alla divulgazione delle liste si viene a conoscenza che i Comunisti
Italiani gallipolini stanno nella lista di Gallipoli Democratica in
appoggio al candidato sindaco Antonio Vallebona insieme alla Polis. Che
cosa è accaduto? “Ci hanno impedito a noi Comunisti Italiani – dice
Romano Fiammata del PDCI in una nota – di poter presentare una propria
lista e perfino di poter essere individualmente presenti, da indipendenti,
nelle liste disponibili del “centrosinistra”. Nei confronti degli
uomini di tale partito, secondo Fiammata ci sarebbe stata “intolleranza,
grettitudine ed ostracismi”. Ai Comunisti Italiani allora, la possibilità
di dire la propria in campagna elettorale l’ha offerta la lista civica e
il candidato sindaco Vallebona e si è rivelato “il solo spazio non
soggetto agli ostracismi per poter essere doverosamente presenti”. Ma
perché questa presa di posizione, così improvvisa? “Forse così è
stato fatto pagare a noi – continua nella nota Fiammata – il nostro
impegno politico nella ricerca della contrastata ricompattezza dei
Democratici di Sinistra. Senza la quale, sarebbe stata impari la
democratica lotta contro il centro destra locale”. Ed è per questo che
Fiammata e altri hanno aderito al programma di Vallebona e della Polis.
“Per noi Comunisti Italiani essere presenti e poter democraticamente
lottare in difesa delle politiche del lavoro, casa, sanità, salario,
scuola, pensioni è una pertinente questione di civiltà”.
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Le conchiglie di Manicone
18 aprile 2001
E’
veramente affascinante per i numerosi riferimenti alla culinaria, alla
geologia, alla medicina popolare, alla storia, all’antropologia, al
culto, all’architettura…” così scrive il dott. Francesco Leopizzi,
Commissario Prefettizio del Comune di Gallipoli nella nota di
presentazione del libro “Le conchiglie” – doni della natura tra
scienza, arte, gastronomia, medicina popolare ecc. di Oronzo Manicone,
medico veterinario, gallipolino di adozione, stampato con il Patrocinio
del Comune. Il “gustoso” lavoro (l’ennesimo) del dott. Manicone
oltre agli spunti scientifici e naturalistici, tratta in maniera semplice
e per nulla noiosa di leggende, magia, usi, costumi, tradizioni che si
sono alternate sulle conchiglie. ”In alcune regioni dell’Italia
meridionale - si legge nel testo – ancora oggi, si usa legare al piedino
del neonato una ciprea montata in argento, chiamata porcellino di San
Vito, nella convinzione che il bimbo venga preservato dalle insidie del
maligno e dei pericoli” di voto.
Moltissime le notizie utili: i Greci usavano le valve delle ostriche, dopo
aver mangiato il frutto, come schede dentali” rappresentarono le prime
monete nelle società primitive. “Tale sistema di pagamento
rappresentava – scrive l’autore - l’anello di congiunzione tra il
sistema commerciale basato sul baratto e quello monetario vero e
proprio”. Non mancano le informazioni sul valore nutrizionale. Le cozze
nere contengono proteine, grassi e carboidrati, e un alto contenuto di
ferro, quindi sono “particolarmente indicate per chi soffre di
anemia”. Mentre “la medicina popolare del Medioevo li utilizzava per
purgare le partorienti e per curare l’itterizia”. Ancora riferimenti
culinari: Luigi XIV nella prima notte di matrimonio mangiò 400 ostriche.
Una curiosità scientifica molto interessante sono per esempio le pagine
sulle “terenidi”. Conchiglie piccolissime queste che “utilizzano –
scrive il dottor Manicone – per il loro nutrimento le particelle di
legno raschiate”. E’ per questo infatti che nel periodo greco-romano
alcune navi affondarono perché indebolite dalle terenidi. Una caravella
di Colombo la “Vizcaina”, durante il suo quarto viaggio fu cambiata.
L’Olanda rischiò nel 1731 la catastrofe perché “le strutture in
legno delle dighe furono talmente danneggiate da far temere il loro
crollo”. Insomma il libro è di quelli che si leggono in una sola
serata. Ed in ogni pagina c’è un motivo in più per proseguire nella
lettura.
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