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Sino
ad ora non si era ancora verificato che l’autovelox provocasse danni ai
tutori del codice della strada. Fino a prova contraria era successo il
contrario. Gli effetti che la macchinetta provoca alle tasche degli
automobilisti imprudenti che infrangono il segnale di limite di velocità
sono assai dannosi. Ed allora le multe con la foto dell’auto arrivano a
casa con tassa a carico e con una bella sommetta da pagare. L’altra
mattina invece per poco a pagare le conseguenze sono due agenti di Polizia
Municipale di Gallipoli De Santis e Pellone in servizio nei pressi dello
svincolo per la Baia Verde sulla superstrada per Santa Maria di Leuca. Con
la macchinetta spara – foto in funzione, una Renault 19 con alla guida
una donna procede a velocità sostenuta in direzione Santa Maria di Leuca
quando si accorge, sicuramente all’ultimo minuto che li appostati ci
sono i Vigili con la loro macchinetta. La prima cosa che la donna pensa di
fare e quella di frenare ma probabilmente presa dal panico di finire
immortalata dal flash dell’autovelox perde per un attimo il controllo
del mezzo e sta per finire addosso ad uno degli agenti. Precisamente sta
per investire Guglielmo De Santis. L’agilità, la prontezza di spirito e
l’istinto però permette all’agente di fare un salto acrobatico,
saltare la siepe e togliersi dalla traiettoria del veicolo. L’auto
riesce a non provocare danni perché la conducente effettua una lunga
frenata. Il panico dei due Vigili Urbani non consente neanche il
rilevamento della targa per la conseguente multa. Questo servizio alle
casse comunali aveva fruttato fino ad ora dai quaranta ai cinquanta
milioni al giorno. Rimaneva però negli automobilisti la soddisfazione, si
fa per dire, di aver aiutato le finanze comunali da investire comunque a
vantaggio del corpo di Polizia Municipale, per acquisto di strumentazioni
e mezzi più idonei per far lavorare meglio i tutori e per prevenire i
reati del codice della strada. O almeno i trasgressori sperano che sia
questa la destinazione delle somme incassate. Ora invece gli addetti ai
lavori sono costretti a tenere nelle vicinanze dell’autovelox l’auto
di servizio con la luce lampeggiante accesa. Questo è un ottimo segnale
per gli automobilisti. Infatti le infrazioni sono scese in una giornata
vertiginosamente. E da un incasso cospicuo si è passati a neanche due
milioni al giorno.
Rispunta la Texma
12 maggio 2001
Nulla
è perduto per i 240 aspiranti operai che aspettano da tempo per
cominciare a lavorare negli stabilimenti della Texma e produrre
abbigliamento intimo. La speranza, che in certi casi è l’ultima a
morire, l’ hanno data i dirigenti della Maguro, cui fa capo appunto la
Texma SpA di Gallipoli, in una assemblea organizzata dalla Maguro stessa
nella sala convegni dell’ Hotel Le Sirenuse di Gallipoli nella mattinata
di ieri. I dirigenti della Società hanno dichiarato che pur
nell’impossibilità di accedere ai finanziamenti del governo, di oltre
22 miliardi, prima concessi, in attuazione della legge 488, poi revocati
dal Ministero del Lavoro provvederanno ad avviare i lavori e
cominciare a produrre entro l’aprile dell’anno venturo. In questo modo
perciò venute meno le agevolazioni previste dalla 488 ricorrerà ai
finanziamenti privati. La decisione è scaturita anche in virtù del fatto
che è stata avviata la procedura per la dichiarazione di inammissibilità
delle domande di finanziamento presentate alle banche, che avrebbero
dovuto finanziare il progetto. Questo vuol dire che i 240 operai che
aspettavano come la manna dal cielo per poter finalmente lavorare dovranno
attendere un altro anno. Visto però come si erano mese le cose bisogna
avere un altro po’ di pazienza. Se sono rose fioriranno. Non si sa però
ancora come andrà a finire la vicenda del suolo su cui era stato già
edificato lo scheletro in cemento armato dei capannoni. Alcuni giorni fa
infatti era stato chiesto al SISRI, (peraltro all’assemblea non era
presente alcun esponente), da parte di alcuni politici il ritiro del suolo
e che lo stesso fosse messo a disposizione degli imprenditori locali. A
qualcuno in città e specialmente tra gli invitati, è venuto il sospetto
che l’assemblea era stata organizzata per soli ed esclusivi scopi
elettorali. Specialmente per il modo con cui è partito l’invito, fatto
per telefono e con un messaggio registrato. Con i tempi che corrono e con
i precedenti non certo chiari tra vicende giudiziarie, legate a Rodolfo
Marusi Guareschi, presidente della Maguro e i finanziamenti andati a
monte, il pessimismo è d’obbligo.
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Salento"
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D'Alema deputato 14 maggio 2001
Alle
dodici in punto Massimo D’Alema entra nel teatro Tito Schipa di
Gallipoli per l’incontro con i giornalisti di tutte le testate nazionali
e riceve l’abbraccio dei numerosissimi appassionati sostenitori che
accalcano la sala. ”Vorrei dire che questo non è un comizio – dice
Massimo D’Alema, rivolgendosi al pubblico – ma una conferenza stampa.
Lo faremo il comizio. Sabato sera organizzeremo una grande manifestazione
qui a Gallipoli. Io mi recherò in tutti i Comuni a ringraziare cittadini
e amici che mi hanno aiutato in una campagna elettorale molto dura,
faticosa appassionante a anche divertente, in cui il risultato non era
affatto scontato”. Poi il presidente nazionale dei DS legge i risultati
ufficiali della Prefettura. 38.201 contro i 33.673 voti di Mantovano.
Applausi e ovazioni con un “mandiamolo a lavorare” partito dal
pubblico all’indirizzo del candidato di AN. D’Alema sottolinea con una
punta di orgoglio il risultato ottenuto a Gallipoli Superiore a quello di
cinque anni fa’. Insomma un voto plebiscitario. “In tutti i comuni
abbiamo avuto un buon risultato – sottolinea D’Alema – ma a
Gallipoli c’è stato uno sfondamento: E’ un voto di cuore.” E giù
applausi. “Ti vuole bene Gallipoli” urlano dalla platea incontenibili
i presenti “Te lo meriti il voto di cuore”. Poi si passa
all’analisi e Massimo D’Alema dà un saggio di grande leader. Affronta
vari argomenti da quello del conflitto di interessi, alla posizione di Di
Pietro all’interno del centro sinistra. Passando attraverso la
situazione di Rifondazione Comunista. Uscita ridimensionata da queste
elezioni. Fino ad affrontare il problema “dell’appannamento” dei DS
e quale sarà il suo ruolo.
“Le elezioni in questo collegio hanno assunto un
grande rilievo. Gallipoli è stata al centro dell’attenzione nazionale
sia per il fatto che la rinuncia al proporzionale ha alzato la posta in
giuoco, creando tensione ed anche per la mobilitazione di tutti i
principali leader del centro destra. E’ indubbio che questo ha un
significato politico e costituisce innanzitutto per me una base importante
per riprendere il lavoro che sarà difficile nel quadro di un risultato
nazionale che si delinea sempre di più con un risultato che apre la
strada ad un governo di centro destra. Centro destra che non ha avuto un
risultato eccezionale rispetto alle posizioni elettorali di partenza”
D’ Alema abbastanza in forma non lesina battute specialmente
all’indirizzo di Silvio Berlusconi circa la sua venuta a Gallipoli “
ha sciupato solamente il carburante dell’elicottero” ha detto tra gli
applausi degli spettatori. “Ora il dibattito si sposterà a Roma
inevitabilmente. Lo abbiamo tenuto qui almeno in parte per un certo tempo.
Credo di poter partecipare a questo dibattito forte non soltanto di un
risultato elettorale ma come sempre accade in questi momenti anche
arricchito dal rapporto umano con tanti di voi dall’esperienza vissuta
insieme dai sentimenti, dalle preoccupazioni”.
Lei ha
detto, presidente che il voto di Gallipoli è stato un voto di cuore.
Perché in Italia non è prevalso il cuore?
“E’ una domanda difficile.
Comunque in Italia il risultato è alterno. Io
vorrei ricordare che in provincia di Lecce su sette collegi alla Camera
noi abbiamo prevalso in tre. Non mi pare un risultato catastrofico. Al
Senato col venire meno del sostegno degli elettori di Rifondazione
Comunista la situazione è stata più incerta. Tuttavia il risultato ci
consente dato le percentuali alte raggiunte con ogni probabilità di
recuperare altri due senatori. E’ presto per tracciare un bilancio. Non
farei però una valutazione di Gallipoli contro il resto del mondo.
Sembrerebbe esagerata e molto impegnativa”.
Lei
Presidente ha portato nel centro sinistra Di Pietro. Ora Di Pietro fa
squadra a sé ed è stato probabilmente determinante per il mancato
raggiungimento della maggioranza al Senato. E’ stato fatto veramente
tutto oppure no per trattenere Di Pietro all’interno dello schieramento? “Veramente Di Pietro fu nominato
Ministro nel Governo Prodi. La sua scelta di far parte del Centro sinistra
maturò nel 96 quando accettò di essere ministro. Poi si è determinata
una rottura, ma adesso è molto presto per fare queste valutazioni.
Vedremo caso mai di ricostruire un raccordo tra le forze di opposizione
che al di la della loro consistenza parlamentare rappresentano la
maggioranza degli italiani”. Non è il momento insomma secondo D’Alema
di andare alla ricerca di “capri espiatori” altrimenti si “finirebbe
di enfatizzare il successo della destra”.
Presidente,
un commento su questo sensibile arretramento che il suo partito ha avuto.
E sulla forte affermazione della Lista della Margherita.
“Mi pare che la margherita ha raccolto la somma dei voti
delle forze che hanno dato luogo a questa aggregazione. Certamente ha
avuto un successo legato anche alla visibilità di Rutelli e alla leader
ship che egli ha assunto della coalizione. Questo sicuramente si è
riverberato sulla Margherita. Il nostro partito ha un po’ sofferto, a
mio giudizio dello scarso rilievo che ha avuto il progetto della nuova
forza del socialismo italiano. La forza e il ruolo dei DS legato alla
necessità che io credo sia imprescindibile di una grande forza di
ispirazione socialista democratica nel nostro paese. Si tratta anche per
noi di riprendere una riflessione tanto più che le elezioni comunali di
Roma ci metteranno di fronte ad un problema di assetto di vertice del
nostro partito.” Il problema, secondo D’Alema è che il progetto
politico della sinistra si è per un attimo appannato e va rilanciato.
Presidente
quando lei è entrato oltre agli applausi i presenti in sala hanno gridato
“partito, partito”. Le chiedo quale sarà d’ora in avanti il
suo impegno per il partito? “Non lo so.
Non ho programmi di lavoro. Ho un lavoro grazie ai cittadini di questi
nostri undici Comuni che mi hanno eletto loro deputato. Ho tante cose da
fare. Sono presidente di una Fondazione Culturale che è impegnata in un
lavoro di riflessione di proposta. Sono Presidente del mio partito. Adesso
non è che sia proprio disoccupato.
Presidente,
Berlusconi ha promesso che risolverà lui stesso nei prossimi cento giorni
di governo il problema del conflitto di interessi. Qualcuno l’ ha
accusata anche stamattina, tra i commentatori dei risultati elettorali, di
essere stato tra coloro che non si è battuto fino in fondo per risolvere
durante la passata legislatura questo problema. “Trovo questa accusa
totalmente immotivata. E trovo anche questo tipo di dibattito nel centro
sinistra dannoso. Ed è una delle ragioni delle nostre divisioni e delle
nostre difficoltà. L’onorevole Berlusconi se intende seriamente guidare
il nostro paese deve affrontare un problema che costituisce per lui un
handicap, costituirebbe per l’Italia un’anomalia e un serio problema
dal punto di vista del prestigio internazionale per il nostro Paese”.
Presidente
alcune considerazioni sul risultato di Rifondazione che probabilmente
indirettamente ha permesso il risultato alla destra.
“Rifondazione Comunista nel 96 quando era alleato con il centro sinistra
ottenne un risultato decisamente migliore. La scelta di una divisione a
sinistra non ha premiato Rifondazione. Perché non è che separandosi
dall’Ulivo Rifondazione abbia avuto un risultato elettorale migliore.
Motivo anche per loro di riflessione”.
E’
stata una campagna elettorale molto dura, molto aspra. Lei cosa farà
adesso, invierà un ramoscello d’Ulivo a Berlusconi?”
Ognuno farà la sua parte. Dipende esclusivamente da come Berlusconi farà
il Governo. Ad atti gravi, risponderemo con una opposizione dura.” Poi
l’abbraccio finale dei gallipolini che stando alle dimostrazioni
di affetto sembra abbiano trovato, in Massimo D’Alema quel deputato
gallipolino che per tantissimi anni hanno cercato con la lanterna di
Diogene.
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