Stralci di vita gallipolina
Maggio 2001 - Pag. 10

 
 

 

Pericolo autovelox 

 

12 maggio 2001

 

Sino ad ora non si era ancora verificato che l’autovelox provocasse danni ai tutori del codice della strada. Fino a prova contraria era successo il contrario. Gli effetti che la macchinetta provoca alle tasche degli automobilisti imprudenti che infrangono il segnale di limite di velocità sono assai dannosi. Ed allora le multe con la foto dell’auto arrivano a casa con tassa a carico e con una bella sommetta da pagare. L’altra mattina invece per poco a pagare le conseguenze sono due agenti di Polizia Municipale di Gallipoli De Santis e Pellone in servizio nei pressi dello svincolo per la Baia Verde sulla superstrada per Santa Maria di Leuca. Con la macchinetta spara – foto in funzione, una Renault 19 con alla guida una donna procede a velocità sostenuta in direzione Santa Maria di Leuca quando si accorge, sicuramente all’ultimo minuto che li appostati ci sono i Vigili con la loro macchinetta. La prima cosa che la donna pensa di fare e quella di frenare ma probabilmente presa dal panico di finire immortalata dal flash dell’autovelox perde per un attimo il controllo del mezzo e sta per finire addosso ad uno degli agenti. Precisamente sta per investire Guglielmo De Santis. L’agilità, la prontezza di spirito e l’istinto però permette all’agente  di fare un salto acrobatico, saltare la siepe e togliersi dalla traiettoria del veicolo. L’auto riesce a non provocare danni perché la conducente effettua una lunga frenata. Il panico dei due Vigili Urbani non consente neanche il rilevamento della targa per la conseguente multa. Questo servizio alle casse comunali aveva fruttato fino ad ora dai quaranta ai cinquanta milioni al giorno. Rimaneva però negli automobilisti la soddisfazione, si fa per dire, di aver aiutato le finanze comunali da investire comunque a vantaggio del corpo di Polizia Municipale, per acquisto di strumentazioni e mezzi più idonei per far lavorare meglio i tutori e per prevenire i reati del codice della strada. O almeno i trasgressori sperano che sia  questa la destinazione delle somme incassate. Ora invece gli addetti ai lavori sono costretti a tenere nelle vicinanze dell’autovelox l’auto di servizio con la luce lampeggiante accesa. Questo è un ottimo segnale per gli automobilisti. Infatti le infrazioni sono scese in una giornata vertiginosamente. E da un incasso cospicuo si è passati a neanche due milioni al giorno.

 

Rispunta la Texma

12 maggio 2001


Nulla è perduto per i 240 aspiranti operai che aspettano da tempo per cominciare a lavorare negli stabilimenti della Texma e produrre abbigliamento intimo. La speranza, che in certi casi è l’ultima a morire, l’ hanno data i dirigenti della Maguro, cui fa capo appunto la Texma SpA di Gallipoli, in una assemblea organizzata dalla Maguro stessa nella sala convegni dell’ Hotel Le Sirenuse di Gallipoli nella mattinata di ieri. I dirigenti della Società hanno dichiarato che pur nell’impossibilità di accedere ai finanziamenti del governo, di oltre 22 miliardi, prima concessi, in attuazione della legge 488, poi revocati dal  Ministero del Lavoro provvederanno ad avviare i lavori e cominciare a produrre entro l’aprile dell’anno venturo. In questo modo perciò venute meno le agevolazioni previste dalla 488 ricorrerà ai finanziamenti privati. La decisione è scaturita anche in virtù del fatto che è stata avviata la procedura per la dichiarazione di inammissibilità delle domande di finanziamento presentate alle banche, che avrebbero dovuto finanziare il progetto. Questo vuol dire che i 240 operai che aspettavano come la manna dal cielo per poter finalmente lavorare dovranno attendere un altro anno. Visto però come si erano mese le cose bisogna avere un altro po’ di pazienza. Se sono rose fioriranno. Non si sa però ancora come andrà a finire la vicenda del suolo su cui era stato già edificato lo scheletro in cemento armato dei capannoni. Alcuni giorni fa infatti era stato chiesto al SISRI, (peraltro all’assemblea non era presente alcun esponente), da parte di alcuni politici il ritiro del suolo e che lo stesso fosse messo a disposizione degli imprenditori locali. A qualcuno in città e specialmente tra gli invitati, è venuto il sospetto che l’assemblea era stata organizzata per soli ed esclusivi scopi elettorali. Specialmente per il modo con cui è partito l’invito, fatto per telefono e con un messaggio registrato. Con i tempi che corrono e con i precedenti non certo chiari tra vicende giudiziarie, legate a Rodolfo Marusi Guareschi, presidente della Maguro e i finanziamenti andati a monte, il pessimismo è d’obbligo.


Visita 
"Osservatorio 
sul 
Salento"
www.ormag.com

D'Alema deputato

 14 maggio 2001

Alle dodici in punto Massimo D’Alema entra nel teatro Tito Schipa di Gallipoli per l’incontro con i giornalisti di tutte le testate nazionali e riceve l’abbraccio dei numerosissimi appassionati sostenitori che accalcano la sala. ”Vorrei dire che questo non è un comizio – dice  Massimo D’Alema, rivolgendosi al pubblico – ma una conferenza stampa. Lo faremo il comizio. Sabato sera organizzeremo una grande manifestazione qui a Gallipoli. Io mi recherò in tutti i Comuni a ringraziare cittadini e amici che mi hanno aiutato in una campagna elettorale molto dura, faticosa appassionante a anche divertente, in cui il risultato non era affatto scontato”. Poi il presidente nazionale dei DS legge i risultati ufficiali della Prefettura. 38.201 contro i 33.673 voti di Mantovano. Applausi e ovazioni con un “mandiamolo a lavorare” partito dal pubblico all’indirizzo del candidato di AN. D’Alema sottolinea con una punta di orgoglio il risultato ottenuto a Gallipoli Superiore a quello di cinque anni fa’. Insomma un voto plebiscitario. “In tutti i comuni abbiamo avuto un buon risultato – sottolinea D’Alema – ma a Gallipoli c’è stato uno sfondamento: E’ un voto di cuore.” E giù applausi. “Ti vuole bene Gallipoli” urlano dalla platea incontenibili i presenti  “Te lo meriti il voto di cuore”. Poi si passa all’analisi e Massimo D’Alema dà un saggio di grande leader. Affronta vari argomenti da quello del conflitto di interessi, alla posizione di Di Pietro all’interno del centro sinistra. Passando attraverso la situazione di Rifondazione Comunista. Uscita ridimensionata da queste elezioni. Fino ad affrontare il problema “dell’appannamento” dei DS e  quale sarà il suo ruolo. “Le elezioni in questo collegio hanno assunto un grande rilievo. Gallipoli è stata al centro dell’attenzione nazionale sia per il fatto che la rinuncia al proporzionale ha alzato la posta in giuoco, creando tensione ed anche per la mobilitazione di tutti i principali leader del centro destra. E’ indubbio che questo ha un significato politico e costituisce innanzitutto per me una base importante per riprendere il lavoro che sarà difficile nel quadro di un risultato nazionale che si delinea sempre di più con un risultato che apre la strada ad un governo di centro destra. Centro destra che non ha avuto un risultato eccezionale rispetto alle posizioni elettorali di partenza” D’ Alema abbastanza in forma non lesina battute specialmente all’indirizzo di Silvio Berlusconi circa la sua venuta a Gallipoli “ ha sciupato solamente il carburante dell’elicottero” ha detto tra gli applausi degli spettatori. “Ora il dibattito si sposterà a Roma inevitabilmente. Lo abbiamo tenuto qui almeno in parte per un certo tempo. Credo di poter partecipare a questo dibattito forte non soltanto di un risultato elettorale ma come sempre accade in questi momenti anche arricchito dal rapporto umano con tanti di voi dall’esperienza vissuta insieme dai sentimenti, dalle preoccupazioni”.
Lei ha detto, presidente che il voto di Gallipoli è stato un voto di cuore. Perché in Italia non è prevalso il cuore? “E’ una domanda difficile. Comunque in Italia il risultato è alterno. Io vorrei ricordare che in provincia di Lecce su sette collegi alla Camera noi abbiamo prevalso in tre. Non mi pare un risultato catastrofico. Al Senato col venire meno del sostegno degli elettori di Rifondazione Comunista la situazione è stata più incerta. Tuttavia il risultato ci consente dato le percentuali alte raggiunte con ogni probabilità di recuperare altri due senatori. E’ presto per tracciare un bilancio. Non farei però una valutazione di Gallipoli contro il resto del mondo. Sembrerebbe esagerata e molto impegnativa”.
Lei Presidente ha portato nel centro sinistra Di Pietro. Ora Di Pietro fa squadra a sé ed è stato probabilmente determinante per il mancato raggiungimento della maggioranza al Senato. E’ stato fatto veramente tutto oppure no per trattenere Di Pietro all’interno dello schieramento?
 “Veramente Di Pietro fu nominato Ministro nel Governo Prodi. La sua scelta di far parte del Centro sinistra maturò nel 96 quando accettò di essere ministro. Poi si è determinata una rottura, ma adesso è molto presto per  fare queste valutazioni. Vedremo caso mai di ricostruire un raccordo tra le forze di opposizione che al di la della loro consistenza parlamentare rappresentano la maggioranza degli italiani”. Non è il momento insomma secondo D’Alema di andare alla ricerca di “capri espiatori” altrimenti si “finirebbe di enfatizzare il successo della destra”.

Presidente, un commento su questo sensibile arretramento che il suo partito ha avuto. E sulla forte affermazione della Lista della Margherita. “Mi pare che la margherita ha raccolto la somma dei voti delle forze che hanno dato luogo a questa aggregazione. Certamente ha avuto un successo legato anche alla visibilità di Rutelli e alla leader ship che egli ha assunto della coalizione. Questo sicuramente si è riverberato sulla Margherita. Il nostro partito ha un po’ sofferto, a mio giudizio dello scarso rilievo che ha avuto il progetto della nuova forza del socialismo italiano. La forza e il ruolo dei DS legato alla necessità che io credo sia imprescindibile di una grande forza di ispirazione socialista democratica nel nostro paese. Si tratta anche per noi di riprendere una riflessione tanto più che le elezioni comunali di Roma ci metteranno di fronte ad un problema di assetto di vertice del nostro partito.” Il problema, secondo D’Alema è che il progetto politico della sinistra si è per un attimo appannato e va rilanciato.

Presidente quando lei è entrato oltre agli applausi i presenti in sala hanno gridato “partito,  partito”. Le chiedo quale sarà d’ora in avanti il suo impegno per il partito? “Non lo so. Non ho programmi di lavoro. Ho un lavoro grazie ai cittadini di questi nostri undici Comuni che mi hanno eletto loro deputato. Ho tante cose da fare. Sono presidente di una Fondazione Culturale che è impegnata in un lavoro di riflessione di proposta. Sono Presidente del mio partito. Adesso non è che sia proprio disoccupato.
Presidente, Berlusconi ha promesso che risolverà lui stesso nei prossimi cento giorni di governo il problema del conflitto di interessi. Qualcuno l’ ha accusata anche stamattina, tra i commentatori dei risultati elettorali, di essere stato tra coloro che non si è battuto fino in fondo per risolvere durante la passata legislatura questo problema. “Trovo questa accusa totalmente immotivata. E trovo anche questo tipo di dibattito nel centro sinistra dannoso. Ed è una delle ragioni delle nostre divisioni e delle nostre difficoltà. L’onorevole Berlusconi se intende seriamente guidare il nostro paese deve affrontare un problema che costituisce per lui un handicap, costituirebbe per l’Italia un’anomalia e un serio problema dal punto di vista del prestigio internazionale per il nostro Paese”.
Presidente alcune considerazioni sul risultato di Rifondazione che probabilmente indirettamente ha permesso il risultato alla destra. “Rifondazione Comunista nel 96 quando era alleato con il centro sinistra ottenne un risultato decisamente migliore. La scelta di una divisione a sinistra non ha premiato Rifondazione. Perché non è che separandosi dall’Ulivo Rifondazione abbia avuto un risultato elettorale migliore. Motivo anche per loro di riflessione”.

E’ stata una campagna elettorale molto dura, molto aspra. Lei cosa farà adesso, invierà un ramoscello d’Ulivo a Berlusconi?” Ognuno farà la sua parte. Dipende esclusivamente da come Berlusconi farà il Governo. Ad atti gravi, risponderemo con una opposizione dura.” Poi l’abbraccio finale dei gallipolini che  stando alle dimostrazioni di affetto sembra abbiano trovato, in Massimo D’Alema quel deputato gallipolino che per tantissimi anni hanno cercato con la lanterna di Diogene.   

ARTICOLI PUBBLICATI SUL  "QUOTIDIANO" DI LECCE - MAGGIO 2001