EUGENIO VETROMILE
Patriarca degli indiani
Nacque a Gallipoli il 22.1.1819, da Pietro
dei Baroni di Palmireto e da Marcantonia Margiotta.
Frequentò gli studi presso il locale
seminario vestendo il 22.6.1833 l'abito clericale.
Presi i 4 ordini minori nel 1837 e nel 1838,
benchè prescelto per educatore nel seminario,
preferì seguire i padri gesuiti Sordi
e Napolitani, venuti a Gallipoli per predicare
le missioni. Il 12 ottobre del 1838 entrò
nel collegio di Sorrento e diede i voti nel
Monastero di Massalubrense, ai piedi dell'altare
di S.Francesco da Paola, l'11.10.1842.
In quello stesso anno fu chiamato al "Gesù
Nuovo di Napoli ad insegnare italiano, latino
e greco reggendo la camerata del "Convitto
dei nobili". Entrato nell'"Istituto
de propaganda fide" in Roma imparò
con estrema facilità la lingua francese,
la portoghese, la spagnola,la tedesca e l'inglese
conseguendo il dottorato nelle lingue classiche
e nelle scienze teologiche. Padre Ruder Provinciale
generale del Maryland decise di portarlo con
sè imbarcandolo a Livorno l'8 agosto
del 1845 sul vapore Coosa con destinazione Filadelfia.
Al Georgetown di Washington perfezionò
per 3 anni la sua conoscenza dell'inglese.
All'età di 29 anni il 23 luglio del
1848 fu ordinato sacerdote ed il 24 successivo
celebrò la sua prima messa. Quello stesso
anno fu mandato nella regione del Maine in Canadà
presso la tribù indiana degli Abenaki.
In 16 anni di intenso apostolato si dsse abbia
convertito alla religione cattolica oltre 30.000
indigeni.
Fu un grande studioso del linguaggio usato
da quelle popolazioni e diede alle stampe nel
1856 un libro di preghiere in dialetto Abenaki
e nel 1860 un voluminoso compendio della Sacra
Scrittura, nonostante fosse priva la lingua
indiana di grammatica e di dizionario. Era dal
1722 che non si tentava l'impresa di scrivere
l'alfabeto indiano, da quando cioè Padre
Rale aveva cercato di approntare un incompleto
dizionario ed un'altrettanto imperfetta grammatica.
Le sue opere gli valsero l'ingresso nelle più
importanti accademie scientifiche d'America
e d'Europa .Fu inviato particolare del Governo
americano in numerosi convegni scientifici geografici.
Nel 1866 pubblicò la storia delle tribù
indiane di Acadia per il quale gli valse il
titolo di Patriarca degli Indiani.
Nel 1871 a conclusione di un suo lungo viaggio
scientifico, che lo aveva portato tra l'altro
a Gallipoli, pubblicò in due volumi "Travels
in Europe" e nel 1880 "A tour in both
hemispheres". Rientrato nel 1881 a Gallipoli
dopo aver ottenuto speciale dispensa, dovette
soccorrere sul letto di morte il fratello maggiore
Ferdinando.
Pochi giorni dopo la sua morte, vinto dalla
violenta emozione, anche il Patriarca Vetromile
spirò improvvisamente fulminato da apoplessia.
Appena 3 mesi prima aveva dettato il suo testamento
col quale aveva legato alla città che
gli aveva dato i natali la somma di 5000 dollari
perchè alla sua morte "dopo celebrata
un'officiatura e 10 messe piane nel giorno dell'anniversario
della sua morte, del residuo se ne facessero
cinque doti a 5 fanciulle povere".
La sua fama di poliglotta sopravvisse alla
sua morte e scrissero di lui che avesse conosciuto
14 lingue e 32 dialetti barbari. Le sue spoglie
mortali riposano nella cappella di famiglia
al cimitero di Gallipoli e ci si attende dalla
città un segno di grata memoria con l'intitolazione
di una strada cittadina, poichè, come
scrisse B.Kirker "Eugenio Vetromile va
onorato come insigne sapiente, come amico dell'Umanità
e come propagatore di civiltà fra genti
che non ne conoscevano affatto"