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Candidato
sindaco cercasi per la città di Gallipoli nelle prossime consultazioni
elettorali del 13 maggio prossimo. Sia per la coalizione del centro
sinistra che per quella del centro destra. Ancora non c’è stata alcuna
fumata bianca. Eppure, forse, sarebbe bastato compilare un annuncio su un
qualsiasi quotidiano, con le caratteristiche psico-somatiche che i partiti
vogliono che abbia. La cosa più preoccupante è
che tutti i partiti auspicano e chiedono le stesse cose. Primo che
non abbia alcuna tessera. Ovviamente di partito. Quindi indipendente. Ed
allora ecco pronta una sfilza di nomi. Da quello più importante a quello
sconosciuto. Dal libero professionista all’operaio. Tutti immolati
sull’altare degli interessi diffusi o trasversali, della falsa moralità.
Una quindicina di partiti impegnati alla ricerca del nome giusto.
Delegazioni che si incontrano, riunioni che saltano. Depistaggi, con
esponenti politici che dicono l’opposto di quello che pensano. E se no,
che politici sarebbero se si comportassero diversamente. Un quadro
comunque degno della seconda repubblica, dove l’esercizio più in voga
è quello di dirsele di santa ragione, salvo poi se ne si ha voglia e se
rimane il tempo pensare ai bisogni reali della gente.
A Gallipoli sia nello schieramento di destra che in quello di sinistra, in
questi giorni va di moda il
ritiro della candidatura. Ha cominciato Remo Natali che veniva appoggiato
dall’Ulivo più Rifondazione Comunista, ha continuato Vincenzo Barba che
da Forza Italia è stato sempre ritenuto il candidato sindaco numero uno.
Salvo poi scontrarsi con quanto sostiene l’ing. Giovanni De Marini del
CDU, che si sente il candidato sindaco perchè “unto” dal suo
segretario nazionale Rocco Bottiglione, oppure con Giuseppe Venneri,
l’altro che avrebbe ricevuto l’investitura dal suo nume tutelare
Raffele Fitto. Il candidato per il centro sinistra, che prenderà in mano
la patta bollente per amministrare Gallipoli sarà l’avvocato Biagio
Palumbo. Almeno questo è quanto hanno deciso le forze dell’Ulivo più
Rifondazione, due sere fa. Ma come spesso avviene il diavolo fa le pentole
e non i coperchi.
Ed allora ecco che compare all’orizzonte un altro candidato sindaco. Il
commercialista Antonio Vallebona. Presidente del Gallipoli calcio, che ha
accettato le proposte della Polis, l’associazione culturale sorta
qualche mese fa’ e che oltre a dover fare cultura, lo statuto prevede
anche di dover fare politica. Sicuramente l’estensore dello documento
statutario avrà pensato che quattordici partiti a Gallipoli sono pochi. E
comunque un risultato l’hanno raggiunto. Fino ad oggi è l’unico
schieramento che ha già scelto un candidato. E proprio forte di questo
l’Associazione o il partito? ha inviato ai Diessini e ai Popolari una
lettera con la quale chiede
il conforto del loro appoggio nella campagna elettorale. Sia al programma
sia al candidato sindaco. Che tradotto in parole povere con lo slogan di
una volta, vuol dire: “Votate e fate votare Vallebona e la Polis”. Poi
si è aggiunta anche una dichiarazione di Umberto Uccella Segretario
Provinciale dei Democratici di Sinistra, che ha dichiarato che saranno
bene accetti gli appoggi di Associazioni e liste civiche.
Ma come, l’ultimo arrivato chiede l’appoggio di chi ha già radici
profonde nel paese? Spesso si dice l’ultimo paga pegno. Ma poi che fine
farebbe il documento programmatico approvato dalle forze del
centro-sinistra, visto che si poggia esclusivamente proprio sul principio
del rigetto di appoggi trasversali ed è in contrasto con quanto contenuto
nel programma dell’Associazione. Ed infatti ecco immediate le reazioni
dei Popolari per bocca di Roberto Piro che è l’unico autorizzato a
parlare in quanto coordinatore del partito commissariato, di Rifondazione,
dei Democratici di Prodi che dichiarano tutto il loro appoggio al
candidato sindaco Biagio Palumbo ma respingono oggi possibile intesa con
la Polis e con qualsiasi altro tentativo di trasversalismi. Sembrava
insomma cosa fatta.per il segretario politico cittadino dei Socialisti
Democratici Italiani Biagio Palombo, assumere la carica di candidato
sindaco. Ora non più. E insieme a lui vacilla anche l’Ulivo con
Rifondazione. Anzi pare proprio che si sia appassito, prima di dare i
frutti. Ora a questo punto è naturale porsi delle domande. Anche perché
la gente vuole sapere. Quanti altri candidati sindaci saranno immolati
ancora? Possibile che non si riesca a trovarne uno che abbia i requisiti
giusti? Quanto durerà ancora questo giochetto? Quando il regista della
tele novella darà l’ultimo colpo di manovella, lo scopo che
sembra essere quello di disgregare è stato ormai raggiunto. Oppure finirà
tutto quando i partiti capiranno che ci può anche essere una regia di
gruppo?
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Farmacia comunale: notificato al
Comune un ricorso al Tar
25 marzo 2001
Ritorna
dopo circa un mese il problema della Farmacia Comunale. A riproporlo è
l’avvocato Bartolo Ravenna con un ricorso presentato al Tar per nome e
per conto di un ricorrente, e notificato proprio in questi giorni al
Comune. La richiesta è di annullamento di tutti gli atti espletati,
compreso il bando di concorso per l’assegnazione della gestione della
Farmacia. Secondo il legale, stando alla normativa vigente, sono
illegittimi. Già in precedenza però era stato presentata richiesta di
sospensiva del bando di concorso perché, secondo il ricorrente, poco
pubblicizzato. Il Tribunale Amministrativo però aveva rigettato il
ricorso perché aveva ritenuto che non sussistevano danni gravi e
irreparabili. Ora però la cosa si fa ancora più seria. L’avvocato
Ravenna sostiene nel suo ricorso, leggi alla mano che il Comune non
avrebbe tenuto conto di un fatto importantissimo. E cioè la legge 362 del
91 stabilisce, pur tra abrogazioni e deroghe, che il Comune doveva
costituire la società mista solo con farmacisti che al momento della
costituzione della società prestassero servizio presso farmacie comunali
dello stesso territorio. Ciò vuol dire che se il Tar dovesse accogliere
queste motivazioni si dovrebbe rifare il bando. Questa volta con una gara
pubblica. E la farmacia verrebbe assegnata al migliore offerente.
L’altro argomento che Ravenna sostiene è che il Comune avrebbe
esercitato il diritto di prelazione fuori tempo massimo, non rispettando i
termini stabiliti dalla Regione Puglia e contenuti in un provvedimento
dell’Assessorato alla Sanità.
La vicenda prende il via verso la fine di gennaio quando il Commissario
prefettizio Francesco Leopizzi bandisce il Concorso per l’individuazione
del partner privato di minoranza con il quale costituire la società
mista, per la gestione della Farmacia Comunale. Il bando fu pubblicizzato
solo sul quotidiano “La Repubblica”. I partecipanti al Concorso furono
solo tre e nessuno di Gallipoli. Due concorrenti, tra l’altro coniugi di
Galatone e la Farmaservice di Lecce. Si scatenarono delle reazioni sia da
parte di alcuni politici, che dell’ordine dei farmacisti per una
riapertura dei termini per mancata pubblicità. E intanto fioccavano i
ricorsi al Tar. Il Comune invece sostenne che le procedure erano state
regolari. Intanto risulta che a tutt’oggi le buste per l’assegnazione
della gara non sono state ancora aperte. Ma come spesso accade ad
aspettare è il cittadino, con pazienza e di senso civico. Con la speranza
che quanto prima potrà avere la quinta farmacia. |